HUGO PRATT COMICS AWARDS – I VINCITORI
Siamo lieti di annunciare la pubblicazione online delle tavole vincitrici dell’Hugo Pratt Comics Awards, il premio internazionale dedicato alla “letteratura disegnata” promosso da CONG SA insieme all’Associazione I Gabbiani di Hugo. Dopo la cerimonia del 25 ottobre a Senigallia e l’esposizione alla Rocca Roveresca, è ora possibile esplorare sul nostro sito le tavole che hanno conquistato la giuria nelle categorie Miglior Fumetto, Miglior Disegno, Miglior Colorazione e Miglior Sceneggiatura e Miglior Copertina.
Il linguaggio del segno, la forza dell’idea, l’audacia della forma: queste opere mostrano come la nuova generazione stia tracciando rotte inedite sul mare dell’immaginazione prattiana.
Nel nome di Hugo Pratt, un premio ai giovani artisti del fumetto delle scuole europee.
A 30 anni dalla scomparsa del grande disegnatore veneziano e a quasi 100 dalla nascita, il 25 ottobre 2025 si è tenuta a Senigallia la cerimonia di premiazione della prima edizione del premio internazionale Hugo Pratt Comics Award riservato agli studenti delle scuole di fumetto europee. I lavori sono stati valutati da una giuria composta da 22 persone tra cui giornalisti del settore, scrittori, esperti di comunicazione, che hanno analizzato le opere dei giovani talenti ripsetto alle cinque cateogrie del Premio: miglior storia originale, miglior disegno, miglior sceneggiatura, miglior colorazione e miglior copertina. Oltre a una targa commemorativa del premio, gli autori vincitori vedranno le loro storie pubblicate su un volume in carta ecologica Favini – Crush Mais che verrà distribuito gratuitamente nel circuito delle librerie Mondadori – Rizzoli.
Inoltre, le tavole dei vincitori saranno esposti nel pianterreno della Rocca Roveresca di Senigallia fino a 30 novembre, congiuntamente alla mostra dedicata alla Vita, le Opere e le Letture di Hugo Pratt.
I vincitori
MIGLIOR STORIA —“A Chill Guy” di Dario D’Angelo
Scuola del Fumetto / Grafimated, Palermo
Direttore Salvatore Di Marco
Motivazione:
Un racconto di sopravvivenza e dipendenza reciproca, dove la tenerezza convive con la violenza. A Chill Guy scava nella fragilità dei legami, mostrando come, anche nel caos, l’umanità possa resistere in forme inattese — persino nel volto di un mostro.
Dario D’Angelo firma una storia intensa e disturbante, ambientata in un mondo che sembra alla fine di tutto.
Un uomo e una creatura feroce, legati da un affetto primordiale, lottano per sopravvivere fra rovine, macchine e sangue. Il titolo, apparentemente ironico, diventa una maschera tragica: dietro la calma si cela una disperazione profonda, un tentativo disperato di restare vivi e umani mentre la narrazione alterna esplosioni di violenza a momenti di quiete fragile. Il protagonista, tra humour nero e disincanto, vive una relazione assurda e tenera con la propria ombra animale: un compagno, un alter ego, forse un riflesso del lato più istintivo dell’uomo. Una narrazione che fonde pulp e poesia, in un equilibrio precario che somiglia molto al nostro tempo.
MIGLIOR DISEGNO —“Dark Days” di Manga Samuel
École Jean Trubert, Parigi
Direttrice Estelle Baïra
Motivazione:
Un segno istintivo, preciso, che unisce eleganza e inquietudine. Ogni tratto di Dark Days è luce che emerge dal buio, una ferita che rivela invece di nascondere. Con una padronanza tecnica matura e una sensibilità visiva non comune, Dark Days esplora l’ombra come linguaggio. Le figure sembrano scolpite dal chiaroscuro, in un equilibrio costante tra densità e leggerezza.
È un disegno che reinventa la realtà senza imitarla, cercando la bellezza nelle sue incrinature e nella sofferenza. Una voce grafica personale, capace di unire energia contemporanea e profondità emotiva.
MIGLIOR SCENEGGIATURA —““COAL” di Ael Collombel e Paul Gronen
École Jean Trubert, Parigi
Direttrice Estelle Baïra
Motivazione:
Una scrittura asciutta, densa di silenzi e di vento. COAL è una discesa nella memoria e nel paesaggio industriale, dove la macchina diventa simbolo di un’umanità che scava dentro sé stessa.
In COAL, l’umanità sopravvive fra i resti del progresso: un racconto lucido e doloroso, che trasforma il paesaggio industriale in una frontiera morale. Ambientata in un villaggio tedesco sull’orlo della distruzione, COAL mette in scena l’ultimo uomo rimasto a difendere ciò che resta della propria terra. Il testo alterna introspezione e tensione civile, intrecciando la cronaca ambientale al dramma personale.
La sceneggiatura è asciutta, controllata, ma profondamente emotiva: ogni parola pesa come una ferita, ogni silenzio è una forma di resistenza. Collombel e Gronen costruiscono un racconto dove la macchina e l’uomo si fronteggiano come due reliquie dello stesso fallimento, e dove la ribellione diventa l’ultimo gesto possibile di dignità.
MIGLIOR COLORAZIONE —“The Baron in the Trees” di Filippo Morcella
Scuola Romana dei Fumetti, Roma
Direttore Riccardo Colosimo
Motivazione:
Una colorazione che non accompagna la storia, ma la racconta. Nel mondo sospeso del Barone, ogni sfumatura diventa vento, luce, silenzio. Ispirandosi liberamente al romanzo di Calvino, The Baron in the Trees trasforma il colore in voce narrativa. Le tinte, a tratti morbide e contemplative, si mescolano a contrasti improvvisi che segnano il passaggio tra realtà e immaginazione. L’uso del colore è maturo, poetico, mai decorativo: costruisce il tempo, suggerisce la memoria, evoca la vertigine del volo e la leggerezza del pensiero. Una prova di equilibrio e sensibilità che fa del colore una forma di scrittura.
MIGLIOR COPERTINA —“The Artists’ Planet” di Ulisse Grappasonni
Acca Academy, Jesi
Direttore Graziella Santinelli
Motivazione:
Una copertina che vibra di energia e di ironia. In un solo sguardo, The Artists’ Planet ci porta dentro un universo che respira creatività, follia e stupore.
Con una composizione audace e un uso sapiente dei contrasti cromatici, The Artists’ Planet cattura lo spirito del fumetto come linguaggio aperto e in costante evoluzione. La copertina diventa racconto: invita, incuriosisce, svela un mondo dove il disegno è materia viva, fluida, piena di movimento. Una dichiarazione d’intenti visiva che celebra l’arte come viaggio, e l’ironia come forma di libertà.


