Sono due ragazzi i protagonisti di questa bella serie, Anna Livingstone e Daniele Doria, rispettivamente in quest’ordine. L’azione si svolge nel 1913, nei mesi immediatamente precedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale e lo scenario è il villaggio di Gombi, o meglio, l’assieme di vecchie e polverose baracche militari che fungono da sede di una guarnigione inglese nell’Africa Orientale, i “Fucilieri Africani del Re”. “Anna nella giungla” è divisa in quattro episodi (“Wambo è morto, Wambo ritorna”, “La città perduta di Amon-Ra”, “La tratta degli schiavi”, “Il cimitero degli elefanti”).
Pratt disegna Anna ispirandosi alle fattezze di Anne Frognier, la sua piccola e sbarazzina vicina di casa di Acassuso, località nei pressi di Buenos Aires dove ha preso dimora dopo il suo arrivo in Argentina e che poi diventerà la sua seconda moglie e madre di due figli. In questa lunga avventura in quattro parti traspare chiaramente (almeno nei primi tre episodi) un nostalgico omaggio al disegnatore americano Lyman Young, l’autore di Cino e Franco, i piccoli coloniali che lo irretirono nei suoi anni adolescenziali con il sapore e i colori di un’Africa immaginaria che lui cercò, senza più ritrovarla, quando sbarcò in Etiopia al seguito della famiglia.