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Stefano Cristante esplora la produzione di Hugo Pratt e ne emerge l’originale costruzione di personaggi anomali, intrisi di inquietudine, pronti ad abbracciare il viaggio, il cambiamento, l’avventura pura e quella sapienziale. I tratti degli antieroi dell’immediato Secondo dopoguerra, realizzati con grandi sceneggiatori come Alberto Ongaro e Héctor Oesterheld, si affinano nel singolare lavoro d’autore di Pratt a partire dagli anni Sessanta. Il suo estro creativo e la sua straordinaria capacità narrativa daranno vita a una poetica di cui sarà protagonista lo straniero per antonomasia del mondo della letteratura disegnata: il marinaio Corto Maltese.
Avvalendosi di un proficuo confronto con i principali sociologi del Novecento che hanno analizzato la figura dello “straniero” (Sombart, Weber, Simmel, Park), Cristante mostra come la forza innovativa di Hugo Pratt consista proprio nella scelta di mettere in primo piano personaggi anomali e irregolari, solitamente relegati tra i “cattivi” delle storie a fumetti e oltre a rivivere i viaggi e le avventure del marinaio più ironico di tutti i tempi, si concentra su uno degli aspetti che rendono il suo personaggio quanto mai attuale: Corto Maltese è uno “straniero”, un apolide in perenne erranza.