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Neanche stavolta Corto avrà modo di riposarsi. Il suo soggiorno veneziano, infatti, dura lo spazio di una tavola. Basta voltar pagina e lo ritroviamo catapultato a Hong Kong, nel bel mezzo di un intrigo internazionale che coinvolge un ammiraglio zarista, un barone sanguinario, una società segreta cinese e un treno carico d’oro.
Questa volta Corto dovrà vedersela con le Lanterne Rosse, una società segreta cinese formata da donne, che lo incarica di cercare un treno blindato carico d’oro, quello appartenuto all’ultimo zar russo Nicola II. Gli scenari avventurosi si dirigono così dalla Cina alle regioni della Manciuria, Mongolia, Siberia in un’epoca temporale tra il 1919 e il 1920. Sulle tracce di questo treno, oltre a Corto Maltese, si muovono in molti: eserciti regolari ed irregolari, rivoluzionari e controrivoluzionari, tra i quali agiscono anche alcuni personaggi storici, tra i quali spicca la figura del barone Roman Ungern-Sternberg, generale russo che comanda la Divisione di Cavalleria Asiatica e che offre a Corto di combattere al suo fianco per conquistare l’intera Mongolia, proposta subito rifiutata. In questa vicenda emergono due personalità femminili di grande spessore, la fredda e glaciale duchessa Marina Seminova (rappresentante di un’aristocrazia ormai destinata a scomparire) e la spregiudicata Shangai-Lil’ (guerrigliera adepta delle Lanterne Rosse che salva la vita al Maltese). Questi, che non è rimasto indifferente al suo fascino, alla fine della storia va a cercarla nel villaggio dove lei è tornata scoprendo che è ora sposata con Ling, un agronomo del luogo.
Per i collezionisti
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